Vera Gheno e Ivano Dionigi

PAROLE DI IERI. PAROLE DI OGGI.

VERA GHENO e IVANO DIONIGI

conducono
Loredana Lipperini e Lucia Tancredi
con un contributo artistico del gruppo
Float Music con Anna Tagliabue e Stefano Maimone

29 gennaio | 18,00

esclusivamente sulla pagina Facebook e sul canale YouTube
di Macerata Racconta


VERA GHENO

Sociolinguista specializzata in comunicazione digitale e traduttrice dall’ungherese, ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca. Attualmente lavora con la casa editrice Zanichelli. Insegna come docente a contratto all’Università di Firenze.

La sua prima monografia è del 2016: Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi); del 2017 è Social-linguistica. Italiano e italiani dei social network (entrambi per Franco Cesati Editore). Nel 2018 è stata coautrice di Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello (Longanesi). Nel 2019 ha dato alle stampe Potere alle parolePerché usarle meglio (Einaudi), La tesi di laurea. Ricerca, scrittura e revisione per chiudere in bellezza (Zanichelli), Prima l’italiano. Come scrivere bene, parlare meglio e non fare brutte figure (Newton Compton), Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole (EffeQu); è del 28 aprile 2020 l’ebook per Longanesi Parole contro la paura. Istantanee dall’isolamento.

Dal 14 settembre conduce, con Carlo Cianetti, il programma di Radio1Rai Linguacce, in onda dal lunedì al venerdì dalle 15:30 alle 16:00.

Il modo in cui parliamo e scriviamo ci qualifica costantemente agli occhi degli altri: per molti versi noi siamo la lingua che usiamo e, in base a questa, verremo costantemente sottoposti al giudizio altrui. In mille occasioni, un errore di sintassi o di ortografia, la scelta di un tempo verbale sbagliato o perfino l’inutile irrigidimento su una regola, che magari ci ricordiamo in maniera imprecisa dai tempi della scuola, potranno contribuire non solo a farci fare brutta figura, ma portare in alcuni casi anche a ripercussioni gravi sia a livello personale sia a quello professionale. In questo libro viene presentata, documentata con numerosi esempi tratti dall’uso e spiegata una rassegna degli errori che, ancora oggi, provocano uno stigma sociale, ossia sono percepiti come indicatori di scarsa cultura; a questi è stata aggiunta una breve rassegna di presunti errori che invece meritano di essere sottoposti a un esame più approfondito: scopriremo che forse sono meno sbagliati di quanto immaginassimo.


IVANO DIONIGI

Latinista e Professore ordinario di letteratura Latina, è stato Magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna dal 2009 al 2015; è membro dell’Accademia delle Scienze di Bologna e del Centro Studi Ciceroniani. Il 10 novembre 2012 viene nominato daBenedetto XVI presidente della neonata Pontificia Accademia di Latinità. Tra le sue pubblicazioni si ricordano Lucrezio. Le parole e le cose (Pàtron 1988 e ss.), le serie per lo studio scolastico del latino Verba et res e Il latino pubblicate presso Laterza Edizioni Scolastiche e Il presente non basta. La lezione del latino (Mondadori 2016). Nel 2018 esce Quando la vita ti viene a trovare. Lucrezio, Seneca e noi (Laterza) e nel 2019 Osa sapere. Contro la paura e l’ignoranza (Solferino). Le ultime pubblicazioni “Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno”, (Laterza) e “Parole che allungano la vita. Pensieri per il nostro tempo” ( Raffaello Cortina editore), con l’intensa introduzione di Gianfranco Ravasi  saranno in particolare oggetto dell’appuntamento maceratese.

Dalla prefazione di Gianfranco Ravasi:
“In questi tempi di incertezza e solitudine, ci sentiamo smarriti e cerchiamo di capire quel che sta accadendo intorno a noi. Cos’hanno da dirci Virgilio e Lucrezio, Seneca e Agostino, che affrontano questioni e interrogativi dibattuti già duemila anni fa ad Atene e Roma? Ci sono voci che, resistendo al tempo, aiutano ad alimentare una nuova speranza nonostante la crisi.
Questo libro compie un viaggio, in più tappe e con brevi percorsi, tra passato e presente, tra antichi e moderni. Il punto di partenza è occasionale: una parola tradita, che reclama la restituzione del proprio volto, un episodio di cronaca, un dibattito su politica, scuola, lavoro, una riflessione su tragedie improvvise che possono colpire l’umanità. Piccoli pensieri sulla nostra identità e sul nostro futuro, formulati da altri viaggiatori prima di noi, da altri compagni di viaggio.
Alla ricerca di una risposta alla domanda di Agostino: “Tu chi sei?” (Tu quis es?). La domanda di ognuno di noi.”